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“Dove va la mano là seguono gli occhi;
Dove guardano gli occhi , là si dirige la mente;
Dove posa la mente là nasce l’emozione;
Dove palpita l’emozione là si realizza l’essenza dell’arte.”
Nandikeshvara

Francesco 
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“Parrino non è un violinista diabolico però, senza dubbio, il violino è il suo demone familiare, il suo daimon socratico”.
Così ha scritto di Francesco il grande letterato e umanitarista argentino Blas Matamoro, sottolineando l’unicità della sua personalità, formatasi in prestigiose accademie e università europee dove ha accompagnato gli studi violinistici con studi musicologici rigorosi e al più alto livello, ottenendo – dopo il Diploma di violino del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e la Laurea Magistrale (Docerend Musicus) della Hogeschool voor de Kunsten di Utrecht – il Master of Music (MMus) in Performance della Royal Academy of Music di Londra (con una tesi su Beethoven, Furtwängler e i risvolti umanistici e umanitari della Sinfonia “Pastorale”) e il Doctor of Philosophy (PhD) del Royal Holloway, University of London (con una tesi di ricerca sull’estetica e la politica di Alfredo Casella). Come strumentista ha studiato con importanti violinisti e didatti (Norbert Brainin, Howard Davis, Maurice Hasson, Lewis Kaplan, Eeva Koskinen, Siegmund Nissel, Igor Oistrakh, Viktor Pikaizen, Corrado Romano, Kati Sebestyén, Keiko Wataya e Dénes Zsigmondy) ma i pedagoghi che hanno esercitato la più grande influenza su di lui sono stati David Takeno (membro fondatore del leggendario Quartetto di Tokyo e titolare della “Eugène Ysaÿe International Chair of Violin” alla Guildhall School of Music and Drama di Londra) e Yfrah Neaman (importante esponente della scuola violinistica franco-belga e uno dei migliori allievi di Jacques Thibaud, Carl Flesch e Max Rostal), che ha scritto: “Sono stato immediatamente colpito dalla sua intelligenza, maturità musicale, profonda comprensione della musica e dall’alta qualità interpretativa. Ha una completa conoscenza dei principi dell’esecuzione violinistica ed è capace di comunicare ai suoi ascoltatori il carattere e lo stile specifico della musica. Trovo Francesco uno dei più interessanti e stimolanti studenti che ho avuto, ed ho grande ammirazione per le sue qualità”.
La carriera solistica e cameristica (è membro fondatore del Trio Albatros Ensemble nonché violinista del Quartetto Viotti) lo ha portato a esibirsi in importanti sale da concerto in Austria, Cile, Cina, Colombia, Croazia, Equador, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Indonesia, Italia, Myanmar, Norvegia, Perù, Portogallo, Regno Unito, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Turchia, suonando da solista con varie orchestre sinfoniche e da camera (Orchestra Accademica della Filarmonica di San Pietroburgo, Orchestra da camera di Aarad, Bellagio Festival Orchestra, Orchestra “Gli armonici”, Orchestra “Bartolomeo Bruni”, Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra da camera di Kosice, Orchestra da camera Stesichoros, Orchestra della Provincia di Catanzaro “La Grecìa”, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra Sinfonica Siciliana).
Come ricercatore ha scritto vari articoli per periodici americani, austriaci e italiani e ha presentato relazioni a conferenze internazionali organizzate dalle Università di Cambridge, Londra, Oxford, Strasburgo e York nonché ad Indianapolis per l’American Musicological Society e al Festival della Scienza di Genova. Nel corso degli anni, le sue attività di ricerca hanno ricevuto l’apprezzamento di eminenti musicologi quali Ben Earle, Amanda Glauert, Erik Levi, Luca Marconi, Roger Parker, Pierluigi Petrobelli e Richard Taruskin.
Suona su quattro bei violini: un Gaetano Gadda (circa 1930), un Giacomo & Leandro Bisiach (1962), un Giuseppe Leone (2017) e un Giuseppe & Antonio Gagliano (circa 1790-1805) generosamente prestato dagli eredi del grande direttore Gino Marinuzzi. Possiede due preziosi archetti creati per lui da Benoit Rolland e un Eugène Sartory del 1930 donatogli da un anonimo ammiratore.
Il “dáimōn socratico” rende Francesco un’anima perennemente alla ricerca di nuovi territori inesplorati, sia dal punto di vista dei repertori musicali che per quanto riguarda gli approcci filosofici e metodologici al violino e alla sua didattica. Pertanto Francesco è un convinto sostenitore della musica moderna e contemporanea (ha curato prime esecuzioni di lavori di Marco Betta, Paolo Furlani, Ennio Morricone ed Erwin Schulhoff) e la sua discografia presenta una nutrita serie di prime registrazioni mondiali – più volte elogiate dai più importanti critici e storici del violino (Alberto Cantù, Jean-Michel Molkhou, Robin Stowell ecc.) e premiate dalla stampa specializzata (Diapason, Gramophone, Musica, Ritmo, The Strad ecc.) – di opere di obliate figure del Classicismo come Giuseppe Maria Cambini, Bartolomeo Campagnoli e Giovan Battista Viotti, compositori-virtuosi ottocenteschi come Alessandro Rolla, Louis Spohr e Henri Vieuxtemps, autori del modernismo novecentesco come Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Giorgio Gaslini, Giorgio Federico Ghedini, Aleksandr Fyodorovich Goedicke, Gian Francesco Malipiero e Leo Ornstein, voci della musica contemporanea come Giorgio Colombo Taccani, Ivan Fedele e Flavio Emilio Scogna, nonché incisioni di lavori raramente eseguiti di Aldo Clementi, Franco Donatoni, Nino Rota e Bohuslav Martinů (tutto pubblicato da Brilliant Classics e Stradivarius). Affianco all’attività di docenza presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como, Francesco profonde energie nella direzione artistica de LeAltreNote Valtellina Festival e Masterclass (www.lealtrenote.org), progetto che mira a presentare al pubblico percorsi musicali-culturali tanto interessanti quanto poco o punto battuti e intende offrire ai giovani musicisti innovativi approcci didattici nonché un prestigioso palcoscenico su cui esibirsi.
I suoi prossimi impegni includono apparizioni solistiche con i Solisti di Sofia alle Settimane Musicali di Sofia (concerti di Telemann, Holst e Gubaidulina) e con l’Orchestra Sinfonica Rossini (concerto di Martinů), diverse produzioni discografiche per Brilliant Classics, recital solistici e cameristici in Italia e all’estero nonché l’avvio di un ambizioso progetto di ricerca in collaborazione con i colleghi strumentisti e didatti Anna Maria Bordin (pianoforte) e Stefano Parrino (flauto).

Discografia 
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Video 
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The fugues of Morceaux nos.2 and 6, for example, are typically Bachian, Francesco Parrino realising their voice-leading skilfully… Parrino relaxes in the poignant lyricism of Morceaux nos.1 and 5, and gives a suitably improvisatory reading of a meditative Adagio, the manuscript of which is preserved in the Brussels Conservatoire’s library. He also negotiates the musical and technical chicanery of the six Etudes de concert, delving between the notes and coaxing a wealth of poetry, colour and dynamic shading from each, especially nos.3 and 6.
Robin Stowell, A worthwhile attempt at a Vieuxtemps revival, The Strad, April 2016.
 


Le défi que relève Francesco Parrino est de taille : le violoniste italien ne marque pas
même l’effort devant une telle entreprise. Virtuosité de main gauche parfaitement fluide, intonation naturelle, insolente agilité d’archet et tempérament inventif colorent son jeu de tout le panache indispensable pour sortir ces pièces de leur simple dimension d’études. … La sincérité et l’extrême exigence de l’interprète méritent ici notre admiration.
Jean-Michel Molkhou, Henri Vieuxtemps, Diapason, April 2016.

Parrino no es un violinista diabólico pero, sin duda, el violín es su demonio familiar, su daimon socrático. Sólo así puede caminar sobre el brasero encendido del belga sin quemarse, pues estas obras son para deslumbrar o no salir de casa. No se pueden hacer con modestia ni escasez. Esos pasajes en fuga o a tres voces (dos cuerdas pisadas y una al aire), esos saltos sin red de seguridad, esas invenciones de temas se persiguen o se contestan, esos pasos de minué para aliviar la faena y suma y sigue, todo eso es exigible un gran señor del pequeño instrumento.
Blas Matamoro, “Domesticando al demonio”, El arte de la fuga, ottobre 2015.

Ce bijou d’interprétation, tellement raffiné mais jamais sottement précieux, qui vainc avec confiance la prouesse technique, est couronné par le Morceau en ré mineur Op.55 n°6 ouvert par une phrase nue de style ancien. Parrino se joue magistralement des virevoltes lyriques, mais encore d’une fugue qu’on jurerait écrite pour un piano. Voilà qui ne lui fait pas peur ! Après une résolution en toccata échevelée, le retour du thème initial, dans une nudité singulière, n’en est pas encore le dernier mot : un final résume la structure de la pièce, dans un geste enlevé. Quel disque ! Indispensable, assurément.
Anne Bluet, “Henri Vieuxtemps: Pièces pour violon”, Anaclase, ottobre 2015.

Francesco Parrino, con un approccio strumentale tecnicamente sempre sorvegliato, coglie lo spirito espressivo delle pagine con una freschezza espressiva che rasenta la naïveté e lo stupore infantile. A ogni passo, il solista sembra volerci comunicare la sua sensazione di scoperta e di meraviglia di fronte a queste pagine per violino solo che meritano sicuramente un posto nel repertorio stabile insieme alle celebrate opere di Bach, Paganini, Ysaÿe, Bartók.
Riccardo Cassani, “Vieuxtemps”, Musica, ottobre 2015.

Francesco Parrino is a very good violinist with enough technique to play this very demanding music cleanly and stylishly and without signs of strain.
Magil, “Vieuxtemps”, American Record Guide, settembre-ottobre 2015.

Con notable acierto, el joven violinista Francesco Parrino, profesor del Conservatorio de Génova, sabe lidiar con las tremebundas dificultades de todo tipo que encierran estas endiabladas partituras, a las que en los últimos tiempos nadie se había atrevido a plantar cara.
Salustio Alvarado, “Vieuxtemps: Obras para violin”, Ritmo, settembre 2015.

Francesco Parrino ha ben poco da invidiare a solisti dai nomi molto più celebri.
Nicola Cattò, “Festival LeAltreNote”, Musica, settembre 2015.

Queste partiture rappresentano un summa di tecnica violinistica (trovando in Francesco Parrino, docente al Conservatorio di Genova, un notevole interprete).
Edoardo Tomaselli, “Vieuxtemps: Le Violon harmonique”, Amadeus, agosto 2015.

Umso erfreulicher ist da, dass Francesco Parrino die virtuosen Stücke für Stradivarius eingespielt hat. Hier verbindet sich virtuose Technik mit außergewöhnlicher Poesie.
“Erfreulich”, Note 1 Music, luglio 2015.

Il violinista Francesco Parrino e il pianista Michele Fedrigotti interpretano con distillata classe sonatistica: quasi uno stupefacente restauro.
Antonio Brena, “Spohr: Reisesonate”, Amadeus, luglio 2015.

I lavori di Vieuxtemps diventano per il fioretto immaginifico di Francesco Parrino magma da plasmare, inventare, in un ascolto che svela e rivela.
Elide Bergamaschi, “Il violino di Parrino reinterpreta Vieuxtemps”, Il cittadino, giugno 2015.

Bene gli esecutori Francesco Parrino e Michele Fedrigotti.
Enrico Girardi, “Reisesonate: Alla riscoperta di Spohr”, Corriere della Sera, dicembre 2014.

Francesco Parrino e Michele Fedrigotti hanno registrato un cd meritevole di ogni plauso.
Claudio Strinati, “In viaggio con Spohr bastano solo un violino e un piano”, Il venerdì di Repubblica, dicembre 2014.

La dedizione che il violinista Francesco Parrino e il pianista Michele Fedrigotti dimostrano nell’affrontare queste pagine si traduce in notevoli doti d’assieme e in un ottimo equilibrio cameristico, dove il timbro ambrato e caldo del pianoforte ottocentesco funge da legante ideale con la voce più chiara e penetrante del violino.
Michele Ballarini, “Reisesonate”, Archi Magazine, novembre-dicembre 2014.

Una proposta curiosa, particolare, fuori dalle regole e dalle convenzioni. Una scrittura molto affascinante trattata con degna maestria da Francesco Parrino e Michele Fedrigotti. Bellissima esecuzione. L’archetto di Parrino – che ha una formazione straordinaria – è eccezionale e vola come una farfalla.
Anna Menichetti, “La recensione”, Secondo Canale della Radio della Svizzera Italiana, novembre 2014.

Per quanto riguarda gli interpreti, ottima risulta la prova dei due solisti, Francesco Parrino al violino e Stefano Parrino al flauto, che evidenziano molto bene le sonorità legate ad una musica di grande fascino e di complessa esecuzione.
“Gian Francesco Malipiero: brani orchestrali”, Critica classica, settembre 2014.

Francesco Parrino rivela ancora una volta quella serietà di approccio che siamo abituati a riconoscergli ad ogni nuova prova discografica. Anche qui dimostra di aver sviscerato in ogni sua parte ciascuna di queste composizioni, superandone brillantemente i non pochi scogli tecnici: il suono ha una invidiabile pulizia, sorvegliata è l’espressività, intenso l’eloquio.
Stefano Pagliantini, “Spohr”, Musica, luglio 2014.

Parrino e Fedrigotti rivivono con partecipazione e grande bravura strumentale alcune pagine dedicate da Spohr al duo violino-pianoforte.
Luca Chierici, “Spohr”, Classic Voice, giugno 2014.

The new Parrino-Fedrigotti recording is an outstanding contribution to the Spohr discography.
Keith Warsop, “Spohr: Duos for violin and piano”, The Spohr Society of Great Britain's Newsletter, giugno 2014.

Naturalmente i meriti d’autore vanno accorpati all’esuberanza saggia e all’eleganza degli esecutori che suonano bene e riescono anche a dare la sensazione di divertirsi sempre.
Angelo Foletto, “Un saggio perfetto di bon ton romantico”, Suonare News, maggio 2014.

Francesco Parrino y Michele Fedrigotti hacen una auténtica creación sin paradigmas de consulta. Tienen la verba y la entrega melódicas del caso y son excelentes instrumentistas –la redacción, muy frecuentemente, contiene exigencias a lo Paganini para el violín– lo cual se ve peraltado por el uso de instrumentos de la época, donde lo contenido de los timbres y volúmenes demanda una expresividad hecha igualmente de contención y matices.
Blas Matamoro, “Los viajes de Spohr”, El arte de la fuga, aprile 2014.

La Prima Sonata per violino fonde il mondo jazz con la Sonata-Concerto dalle ampie Cadenze, dalla complessità e dal risalto di scrittura violinistica (l’immacolato Francesco Parrino anche in quel blues struggente al centro). Umori variabili, contraddittori. Uno stile rapsodico ma restituito ben saldo nei rimandi che ci sono, eccome, con forte adesione da parte del solista.
Alberto Cantù, “Promenade”, Archi Magazine, gennaio-febbraio 2013.

La seconda composizione in programma, il Concerto n. 2 per violino e orchestra di Gian Francesco Malipiero, ha spezzato totalmente la serena immagine iniziale, portando gli spettatori in un Novecento sofferto e complicato. La composizione eseguita dal giovane violinista Francesco Parrino – musicista impegnato a livello internazionale come strumentista, docente e ricercatore – è carica di ruvide dissonanze, ma nasconde anche momenti profondamente lirici e riflessivi. Parrino ha mostrato particolare abilità tecnica e notevoli espressività e musicalità. Il suono puro del violino ha affrontato con sicurezza una scrittura che non privilegia lo strumento solista, bensì lo confonde con il resto dell’orchestra, mostrando una resa piuttosto originale del classico approccio antidivistico alla composizione del Novecento. Dopo il primo movimento, Allegro, il brano attraversa un Lento ma non troppo dall’atmosfera inquietante e dolorosa. Parrino mette in luce il lavoro di Malipiero sui timbri, mentre svolge una sorta di dialogo con gli strumenti dell’orchestra. Il solista adopera un suono delicato ma persuadente, prestando attenzione a ogni singola nota della partitura. Il terzo movimento, Allegro, riporta nel carattere agitato, lasciando al violinista una cadenza precipitosa, affrontata con massima sicurezza. Malipiero conclude i tre movimenti del Concerto senza alcun preavviso, lasciando la musica sospesa, come un pensiero interrotto che non ha nessuna possibilità di essere ripreso.
Monika Prusak, “Musica d’oggi e del’900 per l’OSS”, Il corriere musicale, gennaio 2013.

«Però, è bello questo brano!». Un buon numero di violinisti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana lo riconosce dopo avere superato la riottosità, tutta italiana, verso lavori che vanno studiati ex novo: e studiati bene perché c’è una replica. Il «bel brano» è il Secondo Concerto per violino, ultimato ad «Asolo, 2 settembre 1963» da Gian Francesco Malipiero (classe 1882, lo stesso anno di Stravinski; scomparsa nel 1973). Un tardo Malipero che però, al solito, del Concerto classico-romantico accoglie solo la crosta – i tre movimenti veloce-lento-veloce – e ribadisce una malinconia lagunare la quale muove da Vivaldi per diventare, qui, malinconia mahleriano-malipieriana ancora in grado farsi melos forte. Solista del Concerto è Francesco Parrino, che la partitura ama e conosce a meraviglia per averla incisa – prima registrazione mondiale – in un CD Stradivarius tutto dedicato al Maestro veneziano. Artista capace di restituire il brano in pienezza di dettagli e visione d’assieme con una qualità strumentale molto alta (fuori programma, sui battimani, il Sesto Capriccio di Paganini).
Alberto Cantù, “Un tardo Malipiero al Politeama palermitano”, Musica, febbraio 2013.

Francesco Parrino, generoso e brillante protagonista del Concerto per violino... L’esecuzione ne sottolinea il carattere integralmente concertante... che la lettura solistica rende particolarmente incisivo e brillante.
Angelo Foletto, “Malipiero”, Suonare News, giugno 2012.

L’esecuzione del Secondo Concerto per violino (datato “Asolo, 2 settembre 1963”), proposta dal violinista Francesco Parrino in prima registrazione assoluta, è coscienziosissima e attenta a mettere in luce certi aspetti di lontananza e di rapsodicità di un discorso musicale che pare avvitarsi su se stesso: il caratteristico “atematismo” e di conseguenza l’assenza di sviluppo che potrebbe ingenerare una certa monotonia vengono invece sfruttati dal violinista per sottolineare questo divagare onirico, reso con estrema cura e rara intensità espressiva.
Stefano Pagliantini, “L’imprevedibile vitalità dell’ottantenne Malipiero”, Musica, maggio 2012.

Splendida l’esecuzione dei due fratelli Stefano e Francesco Parrino... estremamente curato il fraseggio di Francesco che possiede, allo stesso tempo, una solida tecnica e una notevole sensibilità musicale. Da sottolineare, anche, nel Concerto detto “L’Alderina” la perfetta sintonia e il profondo affiatamento tra i due musicisti che rivelano una comune passione e partecipazione emotiva, sostenute da un’ineccepibile preparazione tecnica e conoscenza delle composizioni.
Adriana Benignetti, “Giorgio Federico Ghedini: Concerto all’aperto”, Musica progetto, marzo 2012.

Tre gesti solistici forti... ricreati come classici da Francesco e Stefano Parrino.
Angelo Foletto, “Ghedini, concerti”, Repubblica, agosto 2010.

Una meraviglia il suono terso e dalle volatine ariose o di diamante del violino di Francesco che si fa serrato a dovere e dolorosamente partecipe – lettura esemplare per come le complessità sono poeticamente risolte con agio – nel Bel prato.
Alberto Cantù, “Ghedini”, Musica, luglio-agosto 2010.

Interviste 
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Repertorio 
Violino solo
Bach, Johann Sebastian Sonate e partite BWV 1000-1006
Paganini, Niccolò Capricci Op. 1: 1, 2, 5, 6, 9, 11, 13, 14, 16, 20, 21, 22, 23, 24
Prokof’ev, Sergej Sergeevič Sonata Op. 115
Vieuxtemps, Henri Études de concert Op. 16; Morceaux Op. 55
Ysaÿe, Eugène Sonate Op. 27: 2, 3, 4

Violino e orchestra
Bach, Johann Sebastian Concerti BWV 1041 e 1042 Concerto Op. 61
Beethoven, Ludwig (van) Concerto Op. 61
Brahms, Johannes Concerto Op. 77
Bruch, Max Concerto Op. 26
Ghedini, Giorgio Federico Concerto detto “Il belprato”
Lalo, Édouard Symphonie Espagnole
Malipiero, Gian Francesco Secondo Concerto
Mendelssohn, Felix Concerto Op. 64; Concerto in D minor;
Doppio concerto per violino e pianoforte
Mozart, Wolfgang Amadeus Concerti K 216, 218, 219
Vieuxtemps, Henri Concerti Op. 31 e Op. 37
Vivaldi, Antonio Concerti Op. 8: “Le quattro stagioni”

Flauto e Violino
Barbarossa, Antonella Amor servi
Berio, Luciano Selezione di Duo
Campagnoli, Bartolomeo Sei duo Op. 2
Donatoni, Franco Ciglio II
Gasparin, Paolo Tema e variazioni sopra un tema di Nino Rota
Pleyel, Ignaz Nove duo
Rolla, Alessandro sei duos
Taccani, Giorgio Colombo Luz

Flauto, violino e orchestra
Campagnoli, Bartolomeo Concerto
Cimarosa, Domenico Concerto
Čerepnin, Aleksandr Nikolaevič
Concerto
Françaix, Jean Musique de cour
Ghedini, Giorgio Federico Concerto “dell’Alderina”
Holst, Gustav Fugal Concerto
Martinů, Bohuslav Concerto
Milhaud, Darius Concerto
Vivaldi, Antonio Sei doppi concerti

Foto 
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“Where the hand goes, there follow the eyes; Where the eyes look, the mind goes there; Where the mind lays there, emotion is born; Where the emotion throbs, the essence of art is realized. "
Nandikeshvara

Francesco 
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“Parrino is not a diabolic violinist but, without any doubt, the violin is his familiar demon, his Socratic Daemon”.

So wrote Blas Matamoro, the great Argentinian writer and humanitarian, about Francesco, emphasising the uniqueness of his personality, formed in prestigious European academies and universities where he combined his violin studies with rigorous musicological studies at the highest level, obtaining – after the Diploma in violin of the Conservatorio “Giuseppe Verdi”, Milan, and the Docerend Musicus degree of the Hogeschool voor de Kunsten, Utrecht – the Master of Music (MMus) in Performance of the Royal Academy of Music, London (with a thesis on Beethoven, Furtwängler and the humanistic and humanitarian implications of the “Pastoral” Symphony), and the Doctor of Philosophy (PhD) of the Royal Holloway, University of London (with a dissertation on Alfredo Casella’s aesthetics and politics). As an instrumentalist, he studied under important violinists and teachers (Norbert Brainin, Howard Davis, Maurice Hasson, Lewis Kaplan, Eeva Koskinen, Siegmund Nissel, Igor Oistrakh, Viktor Pikaizen, Corrado Romano, Kati Sebestyén, Keiko Wataya e Dénes Zsigmondy) but the pedagogues who exerted the greatest influence on him were David Takeno (founding member of the legendary Tokyo Quartet and holder of the “Eugène Ysaÿe International Chair of Violin” at the Guildhall School of Music and Drama in London) and Yfrah Neaman (important exponent of the Franco-Belgian violin school and one of the best pupils of Jacques Thibaud, Carl Flesch and Max Rostal), who wrote: “I was immediately struck by his intelligence, musical maturity, deep insight into music and high quality of interpretation. He has a thorough knowledge of the principals of violin playing and is able to communicate to his listeners the character and specific style of the music. I find Francesco one of the most interesting and stimulating students I have had, and have great admiration for his qualities”.
His solo and chamber career (he is a founding member of the Trio Albatros Ensemble as well as the violinist of the Quartetto Viotti) led him to perform in important concert venues in Austria, Chile, China, Colombia, Croatia, Ecuador, Estonia, Finland, France, Germany, Hong Kong, Indonesia, Italy, Myanmar, Norway, Peru, United Kingdom, Romania, Russia, Slovenia, Spain, Switzerland and Turkey, playing as a soloist with several symphony and chamber orchestras (Academic Orchestra of the St. Petersburg Philharmonic, Aarad Chamber Orchestra, Bellagio Festival Orchestra, “Gli armonici” Orchestra, “Bartolomeo Bruni” Orchestra, Turin Philharmonic, Kosice Chamber Orchestra, Stesichoros Chamber Orchestra, Orchestra della Provincia di Catanzaro “La Grecìa”, Sanremo Symphony Orchestra, Sicilian Symphony Orchestra).
As a researcher, he has written various articles for American, Austrian and Italian periodicals and has presented papers at international conferences organised by the Universities of Cambridge, London, Oxford, Strasbourg and York as well as at Indianapolis for the American Musicological Society and at the Festival della Scienza in Genoa. During the years his research activities received praise from eminent musicologists such as Ben Earle, Amanda Glauert, Erik Levi, Luca Marconi, Roger Parker, Pierluigi Petrobelli e Richard Taruskin.
He plays on four beautiful violins: a Gaetano Gadda (circa 1930), a Giacomo & Leandro Bisiach (1962), a Giuseppe Leone (2017) and a Giuseppe & Antonio Gagliano (circa 1790-1805) generously lent by the heirs of the great conductor Gino Marinuzzi. He owns two precious bows made for him by Benoit Rolland and a 1930 Eugène Sartory he was given by an anonymous admirer.
The “Socratic Daemon” makes Francesco a soul constantly searching for new unexplored territories, both from the point of view of musical repertoires and as regards the philosophical and methodological approaches to the violin and its didactics. Therefore Francesco is a convinced proponent of modern and contemporary music (he gave the world premieres of works by Marco Betta, Paolo Furlani, Ennio Morricone and Erwin Schulhoff) and his discography presents an extensive number of world premiere recordings – repeatedly praised by the most important critics and violin scholars (Alberto Cantù, Jean-Michel Molkhou, Robin Stowell etc.) and well received by the specialised press (Diapason, Gramophone, Musica, Ritmo, The Strad etc.) – of works by forgotten figures of Classicism such as Giuseppe Maria Cambini, Bartolomeo Campagnoli and Giovan Battista Viotti, nineteenth-century composer-virtuosos such as Alessandro Rolla, Louis Spohr and Henri Vieuxtemps, musicians of twentieth-century modernism such as Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Giorgio Gaslini, Giorgio Federico Ghedini, Aleksandr Fyodorovich Goedicke, Gian Francesco Malipiero and Leo Ornstein, voices of contemporary music such as Giorgio Colombo Taccani, Ivan Fedele and Flavio Emilio Scogna, as well as recordings of rarely performed works by Aldo Clementi, Franco Donatoni, Nino Rota and
Bohuslav Martinů (all published by Brilliant Classics and Stradivarius). Alongside his teaching activities at the Conservatorio “Giuseppe Verdi” in Como, Francesco spends energy in the artistic direction of LeAltreNote Valtellina Festival and Masterclass (www.lealtrenote.org), a project that aims to introduce interesting as much as little-known or unexplored musical/cultural paths to the public and intends to offer young musicians innovative pedagogical approaches as well as a prestigious concert stage.
His forthcoming engagements include solo performances with the Sofia Soloists at the Sofia Music Weeks (concertos by Telemann, Holst and Gubaidulina) and the Orchestra Sinfonica Rossini (concerto by
Martinů), several recording productions for Brilliant Classics, solo and chamber recitals in Italy and abroad as well as the start of an ambitious research project in collaboration with the performing and teaching colleagues Anna Maria Bordin (piano) and Stefano Parrino (flute).

Recordings 
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Videos 
Press 
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The fugues of Morceaux nos.2 and 6, for example, are typically Bachian, Francesco Parrino realising their voice-leading skilfully… Parrino relaxes in the poignant lyricism of Morceaux nos.1 and 5, and gives a suitably improvisatory reading of a meditative Adagio, the manuscript of which is preserved in the Brussels Conservatoire’s library. He also negotiates the musical and technical chicanery of the six Etudes de concert, delving between the notes and coaxing a wealth of poetry, colour and dynamic shading from each, especially nos.3 and 6.
Robin Stowell, A worthwhile attempt at a Vieuxtemps revival, The Strad, April 2016.
 


Le défi que relève Francesco Parrino est de taille : le violoniste italien ne marque pas
même l’effort devant une telle entreprise. Virtuosité de main gauche parfaitement fluide, intonation naturelle, insolente agilité d’archet et tempérament inventif colorent son jeu de tout le panache indispensable pour sortir ces pièces de leur simple dimension d’études. … La sincérité et l’extrême exigence de l’interprète méritent ici notre admiration.
Jean-Michel Molkhou, Henri Vieuxtemps, Diapason, April 2016.

Parrino no es un violinista diabólico pero, sin duda, el violín es su demonio familiar, su daimon socrático. Sólo así puede caminar sobre el brasero encendido del belga sin quemarse, pues estas obras son para deslumbrar o no salir de casa. No se pueden hacer con modestia ni escasez. Esos pasajes en fuga o a tres voces (dos cuerdas pisadas y una al aire), esos saltos sin red de seguridad, esas invenciones de temas se persiguen o se contestan, esos pasos de minué para aliviar la faena y suma y sigue, todo eso es exigible un gran señor del pequeño instrumento.
Blas Matamoro, “Domesticando al demonio”, El arte de la fuga, ottobre 2015.

Ce bijou d’interprétation, tellement raffiné mais jamais sottement précieux, qui vainc avec confiance la prouesse technique, est couronné par le Morceau en ré mineur Op.55 n°6 ouvert par une phrase nue de style ancien. Parrino se joue magistralement des virevoltes lyriques, mais encore d’une fugue qu’on jurerait écrite pour un piano. Voilà qui ne lui fait pas peur ! Après une résolution en toccata échevelée, le retour du thème initial, dans une nudité singulière, n’en est pas encore le dernier mot : un final résume la structure de la pièce, dans un geste enlevé. Quel disque ! Indispensable, assurément.
Anne Bluet, “Henri Vieuxtemps: Pièces pour violon”, Anaclase, ottobre 2015.

Francesco Parrino, con un approccio strumentale tecnicamente sempre sorvegliato, coglie lo spirito espressivo delle pagine con una freschezza espressiva che rasenta la naïveté e lo stupore infantile. A ogni passo, il solista sembra volerci comunicare la sua sensazione di scoperta e di meraviglia di fronte a queste pagine per violino solo che meritano sicuramente un posto nel repertorio stabile insieme alle celebrate opere di Bach, Paganini, Ysaÿe, Bartók.
Riccardo Cassani, “Vieuxtemps”, Musica, ottobre 2015.

Francesco Parrino is a very good violinist with enough technique to play this very demanding music cleanly and stylishly and without signs of strain.
Magil, “Vieuxtemps”, American Record Guide, settembre-ottobre 2015.

Con notable acierto, el joven violinista Francesco Parrino, profesor del Conservatorio de Génova, sabe lidiar con las tremebundas dificultades de todo tipo que encierran estas endiabladas partituras, a las que en los últimos tiempos nadie se había atrevido a plantar cara.
Salustio Alvarado, “Vieuxtemps: Obras para violin”, Ritmo, settembre 2015.

Francesco Parrino ha ben poco da invidiare a solisti dai nomi molto più celebri.
Nicola Cattò, “Festival LeAltreNote”, Musica, settembre 2015.

Queste partiture rappresentano un summa di tecnica violinistica (trovando in Francesco Parrino, docente al Conservatorio di Genova, un notevole interprete).
Edoardo Tomaselli, “Vieuxtemps: Le Violon harmonique”, Amadeus, agosto 2015.

Umso erfreulicher ist da, dass Francesco Parrino die virtuosen Stücke für Stradivarius eingespielt hat. Hier verbindet sich virtuose Technik mit außergewöhnlicher Poesie.
“Erfreulich”, Note 1 Music, luglio 2015.

Il violinista Francesco Parrino e il pianista Michele Fedrigotti interpretano con distillata classe sonatistica: quasi uno stupefacente restauro.
Antonio Brena, “Spohr: Reisesonate”, Amadeus, luglio 2015.

I lavori di Vieuxtemps diventano per il fioretto immaginifico di Francesco Parrino magma da plasmare, inventare, in un ascolto che svela e rivela.
Elide Bergamaschi, “Il violino di Parrino reinterpreta Vieuxtemps”, Il cittadino, giugno 2015.

Bene gli esecutori Francesco Parrino e Michele Fedrigotti.
Enrico Girardi, “Reisesonate: Alla riscoperta di Spohr”, Corriere della Sera, dicembre 2014.

Francesco Parrino e Michele Fedrigotti hanno registrato un cd meritevole di ogni plauso.
Claudio Strinati, “In viaggio con Spohr bastano solo un violino e un piano”, Il venerdì di Repubblica, dicembre 2014.

La dedizione che il violinista Francesco Parrino e il pianista Michele Fedrigotti dimostrano nell’affrontare queste pagine si traduce in notevoli doti d’assieme e in un ottimo equilibrio cameristico, dove il timbro ambrato e caldo del pianoforte ottocentesco funge da legante ideale con la voce più chiara e penetrante del violino.
Michele Ballarini, “Reisesonate”, Archi Magazine, novembre-dicembre 2014.

Una proposta curiosa, particolare, fuori dalle regole e dalle convenzioni. Una scrittura molto affascinante trattata con degna maestria da Francesco Parrino e Michele Fedrigotti. Bellissima esecuzione. L’archetto di Parrino – che ha una formazione straordinaria – è eccezionale e vola come una farfalla.
Anna Menichetti, “La recensione”, Secondo Canale della Radio della Svizzera Italiana, novembre 2014.

Per quanto riguarda gli interpreti, ottima risulta la prova dei due solisti, Francesco Parrino al violino e Stefano Parrino al flauto, che evidenziano molto bene le sonorità legate ad una musica di grande fascino e di complessa esecuzione.
“Gian Francesco Malipiero: brani orchestrali”, Critica classica, settembre 2014.

Francesco Parrino rivela ancora una volta quella serietà di approccio che siamo abituati a riconoscergli ad ogni nuova prova discografica. Anche qui dimostra di aver sviscerato in ogni sua parte ciascuna di queste composizioni, superandone brillantemente i non pochi scogli tecnici: il suono ha una invidiabile pulizia, sorvegliata è l’espressività, intenso l’eloquio.
Stefano Pagliantini, “Spohr”, Musica, luglio 2014.

Parrino e Fedrigotti rivivono con partecipazione e grande bravura strumentale alcune pagine dedicate da Spohr al duo violino-pianoforte.
Luca Chierici, “Spohr”, Classic Voice, giugno 2014.

The new Parrino-Fedrigotti recording is an outstanding contribution to the Spohr discography.
Keith Warsop, “Spohr: Duos for violin and piano”, The Spohr Society of Great Britain's Newsletter, giugno 2014.

Naturalmente i meriti d’autore vanno accorpati all’esuberanza saggia e all’eleganza degli esecutori che suonano bene e riescono anche a dare la sensazione di divertirsi sempre.
Angelo Foletto, “Un saggio perfetto di bon ton romantico”, Suonare News, maggio 2014.

Francesco Parrino y Michele Fedrigotti hacen una auténtica creación sin paradigmas de consulta. Tienen la verba y la entrega melódicas del caso y son excelentes instrumentistas –la redacción, muy frecuentemente, contiene exigencias a lo Paganini para el violín– lo cual se ve peraltado por el uso de instrumentos de la época, donde lo contenido de los timbres y volúmenes demanda una expresividad hecha igualmente de contención y matices.
Blas Matamoro, “Los viajes de Spohr”, El arte de la fuga, aprile 2014.

La Prima Sonata per violino fonde il mondo jazz con la Sonata-Concerto dalle ampie Cadenze, dalla complessità e dal risalto di scrittura violinistica (l’immacolato Francesco Parrino anche in quel blues struggente al centro). Umori variabili, contraddittori. Uno stile rapsodico ma restituito ben saldo nei rimandi che ci sono, eccome, con forte adesione da parte del solista.
Alberto Cantù, “Promenade”, Archi Magazine, gennaio-febbraio 2013.

La seconda composizione in programma, il Concerto n. 2 per violino e orchestra di Gian Francesco Malipiero, ha spezzato totalmente la serena immagine iniziale, portando gli spettatori in un Novecento sofferto e complicato. La composizione eseguita dal giovane violinista Francesco Parrino – musicista impegnato a livello internazionale come strumentista, docente e ricercatore – è carica di ruvide dissonanze, ma nasconde anche momenti profondamente lirici e riflessivi. Parrino ha mostrato particolare abilità tecnica e notevoli espressività e musicalità. Il suono puro del violino ha affrontato con sicurezza una scrittura che non privilegia lo strumento solista, bensì lo confonde con il resto dell’orchestra, mostrando una resa piuttosto originale del classico approccio antidivistico alla composizione del Novecento. Dopo il primo movimento, Allegro, il brano attraversa un Lento ma non troppo dall’atmosfera inquietante e dolorosa. Parrino mette in luce il lavoro di Malipiero sui timbri, mentre svolge una sorta di dialogo con gli strumenti dell’orchestra. Il solista adopera un suono delicato ma persuadente, prestando attenzione a ogni singola nota della partitura. Il terzo movimento, Allegro, riporta nel carattere agitato, lasciando al violinista una cadenza precipitosa, affrontata con massima sicurezza. Malipiero conclude i tre movimenti del Concerto senza alcun preavviso, lasciando la musica sospesa, come un pensiero interrotto che non ha nessuna possibilità di essere ripreso.
Monika Prusak, “Musica d’oggi e del’900 per l’OSS”, Il corriere musicale, gennaio 2013.

«Però, è bello questo brano!». Un buon numero di violinisti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana lo riconosce dopo avere superato la riottosità, tutta italiana, verso lavori che vanno studiati ex novo: e studiati bene perché c’è una replica. Il «bel brano» è il Secondo Concerto per violino, ultimato ad «Asolo, 2 settembre 1963» da Gian Francesco Malipiero (classe 1882, lo stesso anno di Stravinski; scomparsa nel 1973). Un tardo Malipero che però, al solito, del Concerto classico-romantico accoglie solo la crosta – i tre movimenti veloce-lento-veloce – e ribadisce una malinconia lagunare la quale muove da Vivaldi per diventare, qui, malinconia mahleriano-malipieriana ancora in grado farsi melos forte. Solista del Concerto è Francesco Parrino, che la partitura ama e conosce a meraviglia per averla incisa – prima registrazione mondiale – in un CD Stradivarius tutto dedicato al Maestro veneziano. Artista capace di restituire il brano in pienezza di dettagli e visione d’assieme con una qualità strumentale molto alta (fuori programma, sui battimani, il Sesto Capriccio di Paganini).
Alberto Cantù, “Un tardo Malipiero al Politeama palermitano”, Musica, febbraio 2013.

Francesco Parrino, generoso e brillante protagonista del Concerto per violino... L’esecuzione ne sottolinea il carattere integralmente concertante... che la lettura solistica rende particolarmente incisivo e brillante.
Angelo Foletto, “Malipiero”, Suonare News, giugno 2012.

L’esecuzione del Secondo Concerto per violino (datato “Asolo, 2 settembre 1963”), proposta dal violinista Francesco Parrino in prima registrazione assoluta, è coscienziosissima e attenta a mettere in luce certi aspetti di lontananza e di rapsodicità di un discorso musicale che pare avvitarsi su se stesso: il caratteristico “atematismo” e di conseguenza l’assenza di sviluppo che potrebbe ingenerare una certa monotonia vengono invece sfruttati dal violinista per sottolineare questo divagare onirico, reso con estrema cura e rara intensità espressiva.
Stefano Pagliantini, “L’imprevedibile vitalità dell’ottantenne Malipiero”, Musica, maggio 2012.

Splendida l’esecuzione dei due fratelli Stefano e Francesco Parrino... estremamente curato il fraseggio di Francesco che possiede, allo stesso tempo, una solida tecnica e una notevole sensibilità musicale. Da sottolineare, anche, nel Concerto detto “L’Alderina” la perfetta sintonia e il profondo affiatamento tra i due musicisti che rivelano una comune passione e partecipazione emotiva, sostenute da un’ineccepibile preparazione tecnica e conoscenza delle composizioni.
Adriana Benignetti, “Giorgio Federico Ghedini: Concerto all’aperto”, Musica progetto, marzo 2012.

Tre gesti solistici forti... ricreati come classici da Francesco e Stefano Parrino.
Angelo Foletto, “Ghedini, concerti”, Repubblica, agosto 2010.

Una meraviglia il suono terso e dalle volatine ariose o di diamante del violino di Francesco che si fa serrato a dovere e dolorosamente partecipe – lettura esemplare per come le complessità sono poeticamente risolte con agio – nel Bel prato.
Alberto Cantù, “Ghedini”, Musica, luglio-agosto 2010.

Interviews 
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Repertoire 
solo Violin
Bach, Johann Sebastian Sonate e partite BWV 1000-1006
Paganini, Niccolò Capricci Op. 1: 1, 2, 5, 6, 9, 11, 13, 14, 16, 20, 21, 22, 23, 24
Prokof’ev, Sergej Sergeevič Sonata Op. 115
Vieuxtemps, Henri Études de concert Op. 16; Morceaux Op. 55
Ysaÿe, Eugène Sonate Op. 27: 2, 3, 4

Violino and orchestra
Bach, Johann Sebastian Concerti BWV 1041 e 1042 Concerto Op. 61
Beethoven, Ludwig (van) Concerto Op. 61
Brahms, Johannes Concerto Op. 77
Bruch, Max Concerto Op. 26
Ghedini, Giorgio Federico Concerto detto “Il belprato”
Lalo, Édouard Symphonie Espagnole
Malipiero, Gian Francesco Secondo Concerto
Mendelssohn, Felix Concerto Op. 64; Concerto in D minor;
Doppio concerto per violino e pianoforte
Mozart, Wolfgang Amadeus Concerti K 216, 218, 219
Vieuxtemps, Henri Concerti Op. 31 e Op. 37
Vivaldi, Antonio Concerti Op. 8: “Le quattro stagioni”

Flute and Violin
Barbarossa, Antonella Amor servi
Berio, Luciano Selection of duos
Campagnoli, Bartolomeo six duos Op. 2
Donatoni, Franco Ciglio II
Gasparin, Paolo Tema e variazioni sopra un tema di Nino Rota
Pleyel, Ignaz Nine duos
Rolla, Alessandro six duos
Taccani, Giorgio Colombo Luz

Flute, Violin and orchestra
Campagnoli, Bartolomeo Concerto
Cimarosa, Domenico Concerto
Čerepnin, Aleksandr Nikolaevič
Concerto
Françaix, Jean Musique de cour
Ghedini, Giorgio Federico Concerto “dell’Alderina”
Holst, Gustav Fugal Concerto
Martinů, Bohuslav Concerto
Milhaud, Darius Concerto
Vivaldi, Antonio Six double concertos
Pictures 
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Donde van las manos, se dirige la mirada;
Donde va la mirada se posa la mente; Donde hay mente se establecen los sentimientos;
Donde los sentimientos gobiernan soberanos, surge la esencia del Arte
Nandikeshvara

Francesco 
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Parrino no es un violinista diabólico pero, sin duda, el violín es su demonio familiar, su daimon socrático.

Así describió Blas Matamoro, el gran escritor y humanista argentino a Francesco Parrino. De hecho, la vida de Francesco ha sido impulsada en su totalidad por la pasión por la música y en especial, su violín, el que lo llevó a dejar su lecho familiar con tan solo trece años para llevar a cabo sus estudios musicales en las más prestigiosas y humanísticas universidades y academias europeas (Diplomado en el Conservatorio “Giuseppe Verdi” de Milán, “Docerend musicus degree” de la Hogeschool voor de Kunsten; “Utrecht”; Master en Interpretación en la “Royal Academy of Music” en Londres; Doctor en Filosofía, PhD, en “the Royal Holloway Collegue” Universidad de Londres) y con grandes pedagogos del violín como David Takeno e Yfrah Reaman, quién escribió las siguientes palabras sobre él: “Me llamó la atención de inmediato por su inteli- gencia, madurez musical, conocimiento profundo de la música y su alta calidad de interpretación. Tiene un conocimiento profundo de los principios del violín y es capaz de comunicar a sus oyentes el carácter y el estilo especí co de la música. Francesco es uno de los estudiantes más estimulantes e interesantes que he tenido, admiro profundamente sus cualidades.” Su carrera como solista y músico de cámara (es miembro fundador del Trío “Albatros” así como del ensemble y cuarteto “DuePiùDue”) lo llevó a actuar en las salas de concierto más importantes de Austria, Chile, China, Colombia, Croacia, Estonia, Francia, Alemania, Hong Kong, Italia, Perú, Reino Unido, Rumanía, Rusia, Eslovenia, Suiza y Turquía, tocando como solista con varias orquestas sinfónicas y de cámara ( “Academic Orchestra” de la Orquesta Filarmónica de San Petesburgo, Orquestas de Cámara “Aarad” y “Kosice”, Orquestas “Gli armonici”, y “Bartolomeo Bruni” y Orquesta Filarmónica de Turín). Ha contribuído en trabajos musicológicos para conferencias internacionales organi- zadas por las Universidades de Cambridge, Londres, Oxford y York así como por la “American Musicological Society”, además de escribir diversos artículos para periódicos americanos, austriacos e italianos. Importantes críticos han hablado sobre las “ eles interpretaciones del intenso violinista Francesco Parrino” (Mario Messinis) y han alabado su enfoque interpretativo “ejemplar en el modo poético en que resuelve las complejidades musicales” (Alberto Cantú). Francesco toca tres violines: un Gaetano Gadda (1930), un Giacomo y Leandro Bisiach (1962) y un Giuseppe y Antonio Gagliano (1790-1805) que ha sido generosamente cedido por los herederos del gran director Gino Marinuzzi. Es propietario de dos preciosos arcos hechos por Benoit Rolland (1930) y Eugène Sartory ambos regalados por un admira- dor anónimo. El “Daimon socrático” hace a Francesco un alma en la constante búsqueda de nuevos territorios inexplo- rados, tanto desde el punto de vista del repertorio musical, como en los diversos enfoques losó cos y metodológicos para el violín y su didáctica”. Por lo tanto, Francesco es defensor de la música moderna y contemporánea (dio los estrenos mundiales de obras de Marco Betta, Paolo Furlani, Ennio Morricone y Erwin Schulhof ), además, su discografía (que ha sido premiada en varias ocasiones por la prensa especializada), incluye una extensa serie de grabaciones mundiales de grandes guras olvidadas del Clasicismo, como Giuseppe Maria Cambini (Brilliant Classics), compositores-virtuosos del siglo XIX como Louis Spohr y Henri Vieutemps, músicos modernistas del siglo XX como Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Giorgio Gaslini, Giorgio Gederico Ghedini y Gian Francesco Malipiero, como Ivan Fedele y Flavio Emilio Scogna, así como CDs presentando obras raravez interpretadas de Nino Rota y Bohuslav Martinù (todas ellas publicadas con el sello Stradivarius). Francesco es profesor de violín en el Conservatorio “Niccolò Paganini” en Génova, donde también ha sido nombrado Coordinador de Investigación del Departamento de Cuerda. Emplea gran cantidad de su tiempo en la dirección artística del Festival Internacional de Masterclasses “LeAltreNote” (www.lealtrenote.org), un proyecto que tiene como objetivo introducir música poco conocida así como ámbitos músico-culturales desconocidos para el público. Además, otro de los objetivos de este proyecto es ofrecer innovadores enfoques metodológicos a jóvenes músicos así como un prestigioso escenario para conciertos.

Grabaciones 
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Videos 
Prensa 
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The fugues of Morceaux nos.2 and 6, for example, are typically Bachian, Francesco Parrino realising their voice-leading skilfully… Parrino relaxes in the poignant lyricism of Morceaux nos.1 and 5, and gives a suitably improvisatory reading of a meditative Adagio, the manuscript of which is preserved in the Brussels Conservatoire’s library. He also negotiates the musical and technical chicanery of the six Etudes de concert, delving between the notes and coaxing a wealth of poetry, colour and dynamic shading from each, especially nos.3 and 6.
Robin Stowell, A worthwhile attempt at a Vieuxtemps revival, The Strad, April 2016.
 


Le défi que relève Francesco Parrino est de taille : le violoniste italien ne marque pas
même l’effort devant une telle entreprise. Virtuosité de main gauche parfaitement fluide, intonation naturelle, insolente agilité d’archet et tempérament inventif colorent son jeu de tout le panache indispensable pour sortir ces pièces de leur simple dimension d’études. … La sincérité et l’extrême exigence de l’interprète méritent ici notre admiration.
Jean-Michel Molkhou, Henri Vieuxtemps, Diapason, April 2016.

Parrino no es un violinista diabólico pero, sin duda, el violín es su demonio familiar, su daimon socrático. Sólo así puede caminar sobre el brasero encendido del belga sin quemarse, pues estas obras son para deslumbrar o no salir de casa. No se pueden hacer con modestia ni escasez. Esos pasajes en fuga o a tres voces (dos cuerdas pisadas y una al aire), esos saltos sin red de seguridad, esas invenciones de temas se persiguen o se contestan, esos pasos de minué para aliviar la faena y suma y sigue, todo eso es exigible un gran señor del pequeño instrumento.
Blas Matamoro, “Domesticando al demonio”, El arte de la fuga, ottobre 2015.

Ce bijou d’interprétation, tellement raffiné mais jamais sottement précieux, qui vainc avec confiance la prouesse technique, est couronné par le Morceau en ré mineur Op.55 n°6 ouvert par une phrase nue de style ancien. Parrino se joue magistralement des virevoltes lyriques, mais encore d’une fugue qu’on jurerait écrite pour un piano. Voilà qui ne lui fait pas peur ! Après une résolution en toccata échevelée, le retour du thème initial, dans une nudité singulière, n’en est pas encore le dernier mot : un final résume la structure de la pièce, dans un geste enlevé. Quel disque ! Indispensable, assurément.
Anne Bluet, “Henri Vieuxtemps: Pièces pour violon”, Anaclase, ottobre 2015.

Francesco Parrino, con un approccio strumentale tecnicamente sempre sorvegliato, coglie lo spirito espressivo delle pagine con una freschezza espressiva che rasenta la naïveté e lo stupore infantile. A ogni passo, il solista sembra volerci comunicare la sua sensazione di scoperta e di meraviglia di fronte a queste pagine per violino solo che meritano sicuramente un posto nel repertorio stabile insieme alle celebrate opere di Bach, Paganini, Ysaÿe, Bartók.
Riccardo Cassani, “Vieuxtemps”, Musica, ottobre 2015.

Francesco Parrino is a very good violinist with enough technique to play this very demanding music cleanly and stylishly and without signs of strain.
Magil, “Vieuxtemps”, American Record Guide, settembre-ottobre 2015.

Con notable acierto, el joven violinista Francesco Parrino, profesor del Conservatorio de Génova, sabe lidiar con las tremebundas dificultades de todo tipo que encierran estas endiabladas partituras, a las que en los últimos tiempos nadie se había atrevido a plantar cara.
Salustio Alvarado, “Vieuxtemps: Obras para violin”, Ritmo, settembre 2015.

Francesco Parrino ha ben poco da invidiare a solisti dai nomi molto più celebri.
Nicola Cattò, “Festival LeAltreNote”, Musica, settembre 2015.

Queste partiture rappresentano un summa di tecnica violinistica (trovando in Francesco Parrino, docente al Conservatorio di Genova, un notevole interprete).
Edoardo Tomaselli, “Vieuxtemps: Le Violon harmonique”, Amadeus, agosto 2015.

Umso erfreulicher ist da, dass Francesco Parrino die virtuosen Stücke für Stradivarius eingespielt hat. Hier verbindet sich virtuose Technik mit außergewöhnlicher Poesie.
“Erfreulich”, Note 1 Music, luglio 2015.

Il violinista Francesco Parrino e il pianista Michele Fedrigotti interpretano con distillata classe sonatistica: quasi uno stupefacente restauro.
Antonio Brena, “Spohr: Reisesonate”, Amadeus, luglio 2015.

I lavori di Vieuxtemps diventano per il fioretto immaginifico di Francesco Parrino magma da plasmare, inventare, in un ascolto che svela e rivela.
Elide Bergamaschi, “Il violino di Parrino reinterpreta Vieuxtemps”, Il cittadino, giugno 2015.

Bene gli esecutori Francesco Parrino e Michele Fedrigotti.
Enrico Girardi, “Reisesonate: Alla riscoperta di Spohr”, Corriere della Sera, dicembre 2014.

Francesco Parrino e Michele Fedrigotti hanno registrato un cd meritevole di ogni plauso.
Claudio Strinati, “In viaggio con Spohr bastano solo un violino e un piano”, Il venerdì di Repubblica, dicembre 2014.

La dedizione che il violinista Francesco Parrino e il pianista Michele Fedrigotti dimostrano nell’affrontare queste pagine si traduce in notevoli doti d’assieme e in un ottimo equilibrio cameristico, dove il timbro ambrato e caldo del pianoforte ottocentesco funge da legante ideale con la voce più chiara e penetrante del violino.
Michele Ballarini, “Reisesonate”, Archi Magazine, novembre-dicembre 2014.

Una proposta curiosa, particolare, fuori dalle regole e dalle convenzioni. Una scrittura molto affascinante trattata con degna maestria da Francesco Parrino e Michele Fedrigotti. Bellissima esecuzione. L’archetto di Parrino – che ha una formazione straordinaria – è eccezionale e vola come una farfalla.
Anna Menichetti, “La recensione”, Secondo Canale della Radio della Svizzera Italiana, novembre 2014.

Per quanto riguarda gli interpreti, ottima risulta la prova dei due solisti, Francesco Parrino al violino e Stefano Parrino al flauto, che evidenziano molto bene le sonorità legate ad una musica di grande fascino e di complessa esecuzione.
“Gian Francesco Malipiero: brani orchestrali”, Critica classica, settembre 2014.

Francesco Parrino rivela ancora una volta quella serietà di approccio che siamo abituati a riconoscergli ad ogni nuova prova discografica. Anche qui dimostra di aver sviscerato in ogni sua parte ciascuna di queste composizioni, superandone brillantemente i non pochi scogli tecnici: il suono ha una invidiabile pulizia, sorvegliata è l’espressività, intenso l’eloquio.
Stefano Pagliantini, “Spohr”, Musica, luglio 2014.

Parrino e Fedrigotti rivivono con partecipazione e grande bravura strumentale alcune pagine dedicate da Spohr al duo violino-pianoforte.
Luca Chierici, “Spohr”, Classic Voice, giugno 2014.

The new Parrino-Fedrigotti recording is an outstanding contribution to the Spohr discography.
Keith Warsop, “Spohr: Duos for violin and piano”, The Spohr Society of Great Britain's Newsletter, giugno 2014.

Naturalmente i meriti d’autore vanno accorpati all’esuberanza saggia e all’eleganza degli esecutori che suonano bene e riescono anche a dare la sensazione di divertirsi sempre.
Angelo Foletto, “Un saggio perfetto di bon ton romantico”, Suonare News, maggio 2014.

Francesco Parrino y Michele Fedrigotti hacen una auténtica creación sin paradigmas de consulta. Tienen la verba y la entrega melódicas del caso y son excelentes instrumentistas –la redacción, muy frecuentemente, contiene exigencias a lo Paganini para el violín– lo cual se ve peraltado por el uso de instrumentos de la época, donde lo contenido de los timbres y volúmenes demanda una expresividad hecha igualmente de contención y matices.
Blas Matamoro, “Los viajes de Spohr”, El arte de la fuga, aprile 2014.

La Prima Sonata per violino fonde il mondo jazz con la Sonata-Concerto dalle ampie Cadenze, dalla complessità e dal risalto di scrittura violinistica (l’immacolato Francesco Parrino anche in quel blues struggente al centro). Umori variabili, contraddittori. Uno stile rapsodico ma restituito ben saldo nei rimandi che ci sono, eccome, con forte adesione da parte del solista.
Alberto Cantù, “Promenade”, Archi Magazine, gennaio-febbraio 2013.

La seconda composizione in programma, il Concerto n. 2 per violino e orchestra di Gian Francesco Malipiero, ha spezzato totalmente la serena immagine iniziale, portando gli spettatori in un Novecento sofferto e complicato. La composizione eseguita dal giovane violinista Francesco Parrino – musicista impegnato a livello internazionale come strumentista, docente e ricercatore – è carica di ruvide dissonanze, ma nasconde anche momenti profondamente lirici e riflessivi. Parrino ha mostrato particolare abilità tecnica e notevoli espressività e musicalità. Il suono puro del violino ha affrontato con sicurezza una scrittura che non privilegia lo strumento solista, bensì lo confonde con il resto dell’orchestra, mostrando una resa piuttosto originale del classico approccio antidivistico alla composizione del Novecento. Dopo il primo movimento, Allegro, il brano attraversa un Lento ma non troppo dall’atmosfera inquietante e dolorosa. Parrino mette in luce il lavoro di Malipiero sui timbri, mentre svolge una sorta di dialogo con gli strumenti dell’orchestra. Il solista adopera un suono delicato ma persuadente, prestando attenzione a ogni singola nota della partitura. Il terzo movimento, Allegro, riporta nel carattere agitato, lasciando al violinista una cadenza precipitosa, affrontata con massima sicurezza. Malipiero conclude i tre movimenti del Concerto senza alcun preavviso, lasciando la musica sospesa, come un pensiero interrotto che non ha nessuna possibilità di essere ripreso.
Monika Prusak, “Musica d’oggi e del’900 per l’OSS”, Il corriere musicale, gennaio 2013.

«Però, è bello questo brano!». Un buon numero di violinisti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana lo riconosce dopo avere superato la riottosità, tutta italiana, verso lavori che vanno studiati ex novo: e studiati bene perché c’è una replica. Il «bel brano» è il Secondo Concerto per violino, ultimato ad «Asolo, 2 settembre 1963» da Gian Francesco Malipiero (classe 1882, lo stesso anno di Stravinski; scomparsa nel 1973). Un tardo Malipero che però, al solito, del Concerto classico-romantico accoglie solo la crosta – i tre movimenti veloce-lento-veloce – e ribadisce una malinconia lagunare la quale muove da Vivaldi per diventare, qui, malinconia mahleriano-malipieriana ancora in grado farsi melos forte. Solista del Concerto è Francesco Parrino, che la partitura ama e conosce a meraviglia per averla incisa – prima registrazione mondiale – in un CD Stradivarius tutto dedicato al Maestro veneziano. Artista capace di restituire il brano in pienezza di dettagli e visione d’assieme con una qualità strumentale molto alta (fuori programma, sui battimani, il Sesto Capriccio di Paganini).
Alberto Cantù, “Un tardo Malipiero al Politeama palermitano”, Musica, febbraio 2013.

Francesco Parrino, generoso e brillante protagonista del Concerto per violino... L’esecuzione ne sottolinea il carattere integralmente concertante... che la lettura solistica rende particolarmente incisivo e brillante.
Angelo Foletto, “Malipiero”, Suonare News, giugno 2012.

L’esecuzione del Secondo Concerto per violino (datato “Asolo, 2 settembre 1963”), proposta dal violinista Francesco Parrino in prima registrazione assoluta, è coscienziosissima e attenta a mettere in luce certi aspetti di lontananza e di rapsodicità di un discorso musicale che pare avvitarsi su se stesso: il caratteristico “atematismo” e di conseguenza l’assenza di sviluppo che potrebbe ingenerare una certa monotonia vengono invece sfruttati dal violinista per sottolineare questo divagare onirico, reso con estrema cura e rara intensità espressiva.
Stefano Pagliantini, “L’imprevedibile vitalità dell’ottantenne Malipiero”, Musica, maggio 2012.

Splendida l’esecuzione dei due fratelli Stefano e Francesco Parrino... estremamente curato il fraseggio di Francesco che possiede, allo stesso tempo, una solida tecnica e una notevole sensibilità musicale. Da sottolineare, anche, nel Concerto detto “L’Alderina” la perfetta sintonia e il profondo affiatamento tra i due musicisti che rivelano una comune passione e partecipazione emotiva, sostenute da un’ineccepibile preparazione tecnica e conoscenza delle composizioni.
Adriana Benignetti, “Giorgio Federico Ghedini: Concerto all’aperto”, Musica progetto, marzo 2012.

Tre gesti solistici forti... ricreati come classici da Francesco e Stefano Parrino.
Angelo Foletto, “Ghedini, concerti”, Repubblica, agosto 2010.

Una meraviglia il suono terso e dalle volatine ariose o di diamante del violino di Francesco che si fa serrato a dovere e dolorosamente partecipe – lettura esemplare per come le complessità sono poeticamente risolte con agio – nel Bel prato.
Alberto Cantù, “Ghedini”, Musica, luglio-agosto 2010.

Entrevistas 
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Repertorio 
Violin solo
Bach, Johann Sebastian Sonatas y partitas BWV 1000-1006
Paganini, Niccolò Caprichos Op. 1: 1, 2, 5, 6, 9, 11, 13, 14, 16, 20, 21, 22, 23, 24
Prokof’ev, Sergej Sergeevič Sonata Op. 115
Vieuxtemps, Henri Études de concert Op. 16; Morceaux Op. 55
Ysaÿe, Eugène Sonatas Op. 27: 2, 3, 4

Violin y orquesta
Bach, Johann Sebastian Conciertos BWV 1041 e 1042 Concierto Op. 61
Beethoven, Ludwig (van) Concierto Op. 61
Brahms, Johannes Concierto Op. 77
Bruch, Max Concierto Op. 26
Ghedini, Giorgio Federico Concierto “Il belprato”
Lalo, Édouard Symphonie Espagnole
Malipiero, Gian Francesco Segundo Concierto
Mendelssohn, Felix Concierto Op. 64; Concerto in Re menor;
Doble concierto para violin y piano
Mozart, Wolfgang Amadeus Conciertos K 216, 218, 219
Vieuxtemps, Henri Conciertos Op. 31 e Op. 37
Vivaldi, Antonio Conciertos Op. 8: “Le quattro stagioni”

Flauta y Violin
Barbarossa, Antonella Amor servi
Berio, Luciano Duos
Campagnoli, Bartolomeo Seis duos Op. 2
Donatoni, Franco Ciglio II
Gasparin, Paolo Tema e variazioni sopra un tema di Nino Rota
Pleyel, Ignaz Nueve duos
Rolla, Alessandro seis duos
Taccani, Giorgio Colombo Luz

Flauta, violin y orquesta
Campagnoli, Bartolomeo Concierto
Cimarosa, Domenico Concierto
Čerepnin, Aleksandr Nikolaevič
Concierto
Françaix, Jean Musique de cour
Ghedini, Giorgio Federico Concierto “dell’Alderina”
Holst, Gustav Fugal Concerto
Martinů, Bohuslav Concierto
Milhaud, Darius Concierto
Vivaldi, Antonio Seis dobles Conciertos
Fotos 
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